Le insegne, i manifesti, i segnali stradali e le altre forme di comunicazione visiva sono il mezzo più semplice e diretto per far conoscere prodotti, servizi, regole di comportamento e divieti. Sono anche una miniera inesauribile di spunti per il fotografo, che sa trovare quelli più curiosi e divertenti in mezzo al mare di messaggi che riempie i muri e le strade delle nostre città. Per questo tipo di caccia fotografica non è necessaria un’attrezzatura o una tecnica speciale, basta tenere gli occhi bene aperti e saper cogliere i contrasti e l’umorismo, spesso involontario.
Queste immagini servono anche a documentare un paese, un’epoca o una situazione. Quando fate un viaggio, per esempio, fotografate i segnali stradali delle località che visitate, in modo da avere una registrazione di ciò che avete visto, simile a quelli che sono i titoli di testa e le didascalie dei film.
La pubblicità è la forma più diffusa di comunicazione visiva ed è abbastanza facile trovare o inventare abbinamenti curiosi. Un tipo di fotografia che piace sempre è quello che sintetizza un contrasto o una contraddizione: un ubriaco vicino a un manifesto che pubblicizza l’acqua minerale, una ragazza in blue jeans tagliuzzati e scarpe da tennis vicino a un manifesto di abiti di alta moda, un mucchio di spazzatura vicino all’invito a tenere pulita la città e così via.
Poi ci sono gli abbinamenti casuali di due annunci serissimi, ma che accostati producono un effetto comico. Se ne trovano molti nei libri fotografici di Umberto Domina, un accanito collezionista di questo genere di umorismo involontario.
Anche le insegne dei negozi e delle aziende rappresentano un mondo variegato e coloratissimo che si presta a questo tipo di accostamenti.
I graffiti, cioè le scritte e le decorazioni fatte a mano sui muri, sono la forma più spontanea di comunicazione e possono suggerire validi spunti al fotografo attento.
ALCUNI SPUNTI
Due segnali contraddittori, per esempio che indicano due direzioni diverse per andare nello stesso posto.
Un uomo sbracato vicino alla pubblicità di vestiti di classe.
Un gatto che guarda il cartello “Attenti al cane”.
Errori grossolani di ortografia o sintassi.
Accostamenti buffi, per esempio, la targa Via dell’Amore e il cartello “Strada pericolosa” (per lavori in corso).
Un mucchio di rifiuti con il cartello Vietato depositare immondizia.