Fotografare un paesaggio è abbastanza facile perché non si muove, quindi lo si può inquadrare con tutta calma. Ma per fare qualcosa di buono bisogna conoscere le regole fondamentali della composizione. Naturalmente il fotografo può limitarsi a imparare i principi di base, che sono utili anche per tutti gli altri generi di fotografia. Se osservate i quadri di un pittore paesaggista noterete che contengono sempre una linea dominante ben chiara, che può essere una strada, un fiume, un albero o un altro elemento. Se oltre a una linea di questo tipo riuscirete a metterne nella vostra fotografia una seconda più piccola, che crei un contrasto, tanto meglio. Può essere una strada secondaria, un ramo nel caso dell’albero e così via.
Equilibrate i pesi dell’immagine, evitando di mettere da un lato tutte le masse scure, più pesanti, e dall’altro le masse più chiare o il vuoto.
Infine rompete la monotonia delle superfici troppo uniformi: se fotografate il mare o un lago, inquadrate anche una barca o una persona, oppure buttate un sasso nell’acqua.
Gli schemi fondamentali della composizione sono pochi, ma si prestano a ottenere una grande varietà di effetti. Il mare e la pianura si prestano
a una composizione orizzontale, gli alberi a una verticale e le montagne a una obliqua.
L’importante è creare un “punto d’ingresso” che guidi l’occhio dell’osservatore verso il soggetto, che non dev’essere mai collocato al centro dell’inquadratura.
Lo stesso vale per la linea dell’orizzonte, che nei paesaggi è sempre molto evidente, perché vi confluiscono le strade, i fiumi e i campi. Non fate mai l’errore di collocarla a metà dell’inquadratura, perché dividerebbe l’immagine in due parti slegate, magari in contrasto tra di loro.
Se il cielo è pieno di nuvole varie e interessanti orientate l’obiettivo verso l’alto e inquadrate solo una piccola porzione del terreno; se invece il cielo è piatto inquadrate soprattutto il suolo, evidenziando un albero, una siepe o un muretto.
Non abbiate paura di fotografare i paesaggi quando c’è foschia o nebbia, perché possono creare effetti suggestivi e aumentare la sensazione di profondità, mentre quando il sole è molto forte e l’aria limpida, tutti i piani appaiono ugualmente nitidi e l’immagine risulta piatta.
Per fotografare un albero cercate di isolarlo contro lo sfondo del cielo, magari abbassando molto il punto di ripresa, altrimenti si confonderà con il resto del bosco.
L’acqua si può utilizzare come uno specchio, riprendendo anche il soggetto che vi si riflette.
Le cascate e le fontane riescono meglio se illuminate in controluce, perché l’acqua risalta meglio. Il tempo d’otturazione migliore è tra 1/60 e 1/125 di secondo. Se è più lungo l’acqua diventa una massa nebulosa, se è più corto si perde la sensazione del movimento.
Anche la neve richiede un’illuminazione in controluce o laterale, che faccia vedere i solchi degli sci, la granulosità della superficie, le impronte degli scarponi.
LA LINEA DOMINANTE
Tutte le immagini hanno una struttura, cioè un ordine secondo il quale sono disposti i vari elementi che la compongono. Se non vedete nessuna linea dominante, andate a cercarla spostando il punto di ripresa. Utilizzate una strada, un fiume, un albero, un muretto o un altro elemento dell’inquadratura, e cercate di inserire anche una linea contrastante, piccola, che rinforzi l’effetto di quella principale.
L’ERRORE DA EVITARE
Spesso l’albero in primo piano si confonde con il bosco dello sfondo. Abbassate il punto di ripresa o usate un diaframma più largo, in modo che il bosco risulti sfocato.