Il filtro polarizzatore è quello che non può assolutamente mancare nel corredo di chi ama fotografare i paesaggi. Disponibile sia nel tipo circolare sia in quello a lastra, con differenze sostanziali per quello che riguarda l’utilizzo, ma abbastanza simili nei risultati.
Il filtro polarizzatore, indipendentemente dal tipo, è in grado di eliminare i riflessi. L’esempio classico è quello che mostra come la superficie di uno specchio d’acqua venga privata dei riflessi del cielo permettendo di fotografare ciò che si trova sotto di essa. Ma l’utilizzo di questo filtro va molto oltre questo frangente, in quanto riesce a polarizzare anche i riflessi delle microgocce d’acqua presenti nell’aria, conferendo alla foto un maggiore contrasto e una colorazione più satura. Grazie al polarizzatore il cielo nei paesaggi risulta più blu e le nuvole eventualmente presenti mostrano un più alto livello di dettagli, apparendo più strutturate, il fogliame appare più chiaro e l’eliminazione dei riflessi sulla superficie delle foglie le rende più incisive e dettagliate. La foschia che spesso rende slavati gli sfondi viene considerevolmente ridotta, anche se difficilmente eliminata del tutto.
Per quello che riguarda l’utilizzo, le differenza sono parecchie: i filtri circolari si avvitano alle ghiere degli obiettivi, mentre quelli a lastra necessitano di un portafiltri e di un anello. I primi sono più comodi, facili da trasportare e veloci da montare, ma hanno lo svantaggio che possono essere utilizzati solo su obiettivi con uno specifico diametro, quindi se li vuoi usare su ottiche diverse, probabilmente dovrai acquistarne uno per ogni diverso diametro.
I filtri a lastra sono più eclettici sotto questo aspetto, in quanto il porta filtri si adatta a diversi obiettivi e quindi ne basta uno, salvo casi particolari. Naturalmente le dimensioni del filtro dovranno essere tali da poter essere usato con l’obiettivo che ha il diametro maggiore. Lo svantaggio di questo tipo di filtri è l’ingombro e la scomodità d’uso, in quanto devono essere montati sul portafiltri ogni volta che si usano e smontati una volta finito, onde non correre il rischio di romperli.
Anche il filtro polarizzatore a lastra in realtà è un filtro circolare e viene utilizzato assieme a un porta filtro ad anello che ne permette l’uso. Questo perché i filtri polarizzatori sono composti da una lastra di vetro in cui ci sono delle lamelle disposte in modo da bloccare le onde luminose che non lo attraversano in modo perpendicolare (o meglio bloccano la luce non parallela al loro asse di polarizzazione). Quando ruoti la ghiera del filtro fai in modo che certe onde non passino e quindi elimini i riflessi. La resa della polarizzazione è variabile e diventa massima quando la fonte di luce è posta a 90° rispetto al filtro, per esempio quando il sole è alto nel cielo e stai fotografando un paesaggio. La procedura è semplice: inquadra la scena metti a fuoco e ruota la ghiera in senso orario; dentro al mirino vedrai i riflessi svanire o i colori diventare più intensi.
I filtri polarizzatori possono essere usati assieme ai filtri ND neutri o graduati, per eliminare i riflessi dell’acqua quando la riprendi con le lunghe esposizioni; in questo caso è necessario regolare l’esposizione considerando la quantità di luce assorbita dal filtro polarizzatore (variabile a seconda del filtro e dell’angolazione) con uno scatto senza e uno con il filtro. In questo caso, per la presenza del filtro ND è quasi impossibile vedere l’effetto del polarizzatore, quindi dovrai controllare la tacca di riferimento posta sulla ghiera del filtro, che quando si trova a 90° rispetto alla fonte di luce, avrai il maggiore effetto.
Filtri Polarizzatori più Venduti
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