Realizzare foto macro e close-up richiede non solo una buona attrezzatura e una tecnica sofisticata; per ottenere immagini mozzafiato sono necessari alcuni trucchi e accorgimenti, che i fotografi più esperti non sono sempre propensi a svelare ai neofiti. L’obiettivo di questa guida è divulgare e per questo motivo non ti lesineremo i segreti che nel tempo siamo riusciti a carpire a fotografi più esperti oppure abbiamo scoperto noi stessi con l’esperienza sul campo.
Come Scegliere l’Obiettivo per Macrofotografia
La scelta dell’obiettivo giusto per la macrofotografia è molto importante. Esistono molti obiettivi macro sul mercato, con varie fasce di prezzo. Vediamo insieme quali sono le principali caratteristiche di cui devi tenere conto.
La primissima cosa da sapere è la differenza tra un obiettivo definito macro ma che non lo è in realtà e uno vero. Spesso troverai la scritta “macro” su obiettivi che non lo sono affatto perché offrono un rapporto d’ingrandimento pari a 1:4, 1:5 o 1:6. Il vero obiettivo “macro”, invece, è quello con un rapporto d’ingrandimento pari, o maggiore, a 1:1. Questo significa che nella tua fotografia il soggetto proiettato sul sensore sarà a grandezza naturale. Per intenderci, se scatti una fotografia a un’ape di 2cm, quest’ultima sarà riprodotta in foto alle stesse identiche dimensioni.
Le altre due informazioni fondamentali, che devi conoscere, sono la distanza minima di messa a fuoco e la distanza minima di lavoro. La differenza tra le due è molto importante per aiutarti a scegliere l’obiettivo giusto. La distanza minima di fuoco è, ovviamente, la distanza più breve a cui l’obiettivo riesce a mettere a fuoco. Questo valore indica la distanza esistente tra il sensore e il soggetto. La distanza minima di lavoro, invece, indica la distanza tra l’elemento frontale dell’obiettivo e il soggetto. Ecco quindi che un obiettivo da 90mm con rapporto d’ingrandimento 1:1, offre una distanza minima di messa a fuoco di 29 cm ma la distanza di lavoro è di soli 12cm.
Perfetto sei fai foto a soggetti statici ma decisamente inadeguato se vuoi scattare foto, per esempio, a un insetto perché sarai costretto ad avvicinarti talmente tanto che quasi sicuramente si spaventerà, fuggendo. Invece, un obiettivo con una lunghezza focale maggiore, per esempio un 180mm con stesso rapporto d’ingrandimento, offre una distanza di messa a fuoco di 46cm ma una distanza minima di lavoro di ben 23,8cm. In questo modo sarai a una distanza maggiore dal soggetto e potrai scattare senza spaventarlo.
Altri aspetti che devi considerare sono l’apertura di diaframma che influisce sulla luminosità dello scatto (più è basso il valore, maggiore sarà la luminosità). La scelta in questo caso è abbastanza semplice perché tipicamente, nelle moderne ottiche macro, l’apertura di diaframma è intorno al valore di f/2.8 con alcune eccezioni che scendono a f/2 o salgono a f/3.5
Se possibile scegli un obiettivo con AF (autofocus) dotato di motore anulare e non meccanico. Il motore anulare è estremamente silenzioso e quindi perfetto per non spaventare i soggetti. Inoltre, gli obiettivi con AF anulare permettono di mettere a fuoco manualmente anche con l’autofocus attivo. Verifica la presenza di un limitatore di AF per ridurre l’escursione della corsa quando il motore dell’AF cerca di mettere a fuoco. Verifica che la ghiera di messa a fuoco manuale si ampia, morbida e precisa. Infine, lo stabilizzatore d’immagine e obiettivi con messa a fuoco interna. Il primo non è di fondamentale importanza perché serve veramente a poco mentre gli obiettivi con messa a fuoco interna offrono il vantaggio di non avere la lente frontale che si estende durante la messa a fuoco, lasciando così più spazio tra obiettivo e soggetto.
Gli obiettivi per la macrofotografia d’eccellenza sono quelli a focale fissa. Restituiscono immagini di ottima qualità con elevato contrasto, un’eccellente nitidezza e aberrazioni quasi inesistenti. Il rovescio della medaglia è il loro prezzo piuttosto alto. Questo non significa che devi per forza spendere cifre da capogiro per dedicarti alla macrofotografia. Puoi trovare anche obiettivi con lunghezza focale variabile che, anche se non offrono un rapporto d’ingrandimento 1:1, sono ottimi per iniziare con la macrofotografia e hanno prezzi decisamente più abbordabili.
Infine esistono anche soluzioni più “economiche” come le lenti addizionali che si avvitano come i filtri davanti all’obiettivo. Le lenti addizionali permettono di di ridurne la lunghezza focale e aumentare il rapporto di ingrandimento. I risultati sono buoni ma ben lontani da una vera ottica macro.
Più interessanti sono gli anelli di prolunga, che sono progettati per consentire all’obiettivo di mettere a fuoco da più vicino della sua normale distanza minima di mesa a fuoco. Sono estremamente utili per la fotografia macro, perché permettono di convertire quasi qualsiasi obiettivo in un obiettivo macro con un costo inferiore pur mantenendo la sua qualità ottica originale.
Come Mettere in Evidenza il Soggetto della Foto
Per dare un aspetto più professionale alle tue foto, soprattutto i ritratti e la macrofotografie, è fondamentale che il soggetto accentri su di sé l’attenzione dell’osservatore. Per fare ciò è necessario che esso sia nitido mentre lo sfondo deve essere il più libero possibile e sfocato. Per ottenere questo effetto devi, innanzitutto, lavorare con una profondità di campo ridotta. La profondità di campo è quella porzione della scena fotografata che presenta una nitidezza accettabile. Generalmente si estende per un terzo davanti al soggetto e per due terzi dietro di esso, ma questo può variare a seconda del punto della scena su cui fissi la messa a fuoco, come vedremo in seguito. Prima dello scatto, per evidenziare meglio il soggetto devi, innanzitutto, scegliere il tipo di sfondo giusto, poi posizionare correttamente il soggetto rispetto alla fotocamera e allo sfondo, infine impostare la fotocamera in modo da poter avere la profondità di campo adatta.
Lo sfondo deve essere il più pulito possibile, senza elementi che per colore, luminosità e ricchezza di dettagli, possano rubare la scena al soggetto. Cerca uno sfondo uniforme e scegline il colore e la luminosità in base alle caratteristiche del soggetto della foto. Tranne casi particolari, lo sfondo deve apparire sfocato, soprattutto se non è possibile trovarne di abbastanza puliti.
Per quello che riguarda il soggetto, o meglio la sua posizione all’interno della scena, posizionalo il più lontano possibile dallo sfondo in modo che non vi proietti la propria ombra. Con il soggetto lontano dallo sfondo potrai usare un diaframma abbastanza chiuso da mettere a fuoco completamente il primo, senza correre il rischio che risulti nitido anche il secondo.
Se in una macrofotografia scatti stando più basso rispetto al soggetto sarà più facile che lo sfondo dietro di esso risulti più libero.
Come Evitare il Mosso
In macrofotografia, soggetti molto piccoli vengono catturati con dimensioni uguali o superiori a quelle reali e ciò implica che anche il più piccolo movimento viene ugualmente riprodotto, anzi, amplificato. Vediamo come fare per evitare il mosso in macrofotografia.
Una delle primissime cose che devi fare è procurarti un treppiedi di buona qualità. Quelli pesanti sono i più stabili, ma puoi optare per un treppiede che offra un giusto compromesso tra stabilità e peso, soprattutto se devi percorrere lunghi tratti per arrivare nel luogo dove scatterai le tue macro.
I più belli sono sicuramente quelli in carbonio ma il rovescio della medaglia è il loro prezzo che può essere anche 10 volte superiore a quello di un treppiedi classico. Se vuoi fotografare soggetti in volo, come le libellule o le farfalle in pieno giorno puoi usare il monopiede.
Sicuramente meno ingombrante e pesante del treppiedi offre anche il vantaggio di essere subito pronto all’uso. Infine, prendi in considerazione anche quei piccoli treppiedi con gambe deformabili. Hanno dimensioni e prezzo contenuti e ti permettono di scattare fotografie da angolazioni particolari, per esempio, usandoli appesi ai rami di un albero.
Al di là dello stabilizzare la fotocamera, i fattori che possono generare mosso e micromosso sono ancora molti e devi riuscire a eliminarli tutti per ottenere buone macrofotografie. Non pensare che avere a disposizione un obiettivo con stabilizzatore dell’immagine sia sufficiente a evitare questo problema: purtroppo con distanze di messa a fuoco così ravvicinate l’effetto stabilizzante non funziona, anzi, può essere controproducente.
In macrofotografia basta anche una leggerissima brezza per far muovere un soggetto posato su uno stelo d’erba e in questo caso posizionare un pannello di polistirolo per annullarla può dare buoni risultati. I primi tentativi magari non saranno perfetti ma con un po’ di pazienza vedrai a occhio nudo i tuoi progressi.
I tempi di scatto sono molto importanti per congelare i micromovimenti del soggetto, passivi o attivi che siano. Evita di usare tempi più lunghi di 1/250 se possibile e utilizza degli accorgimenti appositi, come l’uso di un flash esterno, di una luce a led o anche di un pannello riflettente che ti aiuti a guadagnare qualche frazione di secondo. Anche se si usano tempi abbastanza veloci, quando premi il pulsante di scatto, corri il rischio di far muovere la macchina e di ottenere quindi una foto mossa. Per ovviare a questo problema esistono diverse soluzioni. La prima è quella di utilizzare l’autoscatto, annullerai così eventuali movimenti della macchina fotografica, che scatterà la fotografia dopo un certo numero di secondi. Un’altra soluzione è quella di usare uno scatto a distanza a filo o meglio ancora disporre di un telecomando. Quasi tutti i più recenti modelli di reflex hanno tra i vari accessori il telecomando il cui costo è decisamente contenuto.
A questo punto devi “annullare” un’altra fonte di “vibrazioni” che crea del micromosso. Si tratta del movimento dello specchio che si solleva appena prima dell’esposizione. Utilizza la funzione MLS (dall’inglese Mirror Lock Up) disponibile in quasi tutte le reflex e lo specchio verrà alzato alcuni secondi prima dello scatto evitando così col suo movimento di generare vibrazioni e micromosso.
Esiste anche una seconda possibilità per evitare le vibrazioni generate dal movimento dello specchio e cioè quella di usare il Live View. La funzione Live View, infatti, non ha bisogno di far muovere lo specchio nel momento in cui scatti la fotografia
Sei quasi pronto per scattare la tua macro in tutta “sicurezza” rimane un piccolo dettaglio da non tralasciare: i soggetti viventi possono muoversi proprio nel momento in cui scatti. Non c’è molto da fare in questo caso se non…alzarsi prima dell’alba e arrivare sul campo quando il mondo degli insetti è ancora addormentato perché intorpidito dal freddo della notte.
Foto Macro ai Fiori
Fotografare i fiori è relativamente semplice; il contributo dei colori in questo genere fotografico è enorme, quindi basta fare un po’ di attenzione agli abbinamenti cromatici, cercare una luce adatta e il gioco è fatto. Ma se fai delle foto macro ai fiori riuscirai a catturare maggiormente l’attenzione dell’osservatore mostrando qualcosa che negli scatti classici non si vede
Con l’obiettivo è possibile ottenere delle immagini ravvicinate dei fiori, i cosidetti close-up, che ti permettono di riempire il fotogramma con un singolo esemplare. In questo modo riuscirai a catturare scatti più efficaci eliminando molti elementi, che altrimenti potrebbero distrarre l’attenzione dal soggetto principale, inoltre ridurrai la quantità di sfondo, che non sempre è come lo vorresti.
Usando la massima focale dell’obiettivo, un’apertura di diaframma ampia e la minima distanza di fuoco possibile, ridurrai la profondità di campo e riuscirai a sfocare quel poco di sfondo che la foto close-up includerà. Naturalmente non tutto il fiore sarà a fuoco.
Chiudendo il diaframma aumenti la profondità di campo e gran parte del fiore risulta a fuoco, ma lo sfondo inevitabilmente diventerà più invasivo, quindi dovrai cercare il punto di scatto migliore per evitare di riprendere elementi di disturbo.
Accorciando la focale a 18mm, avvicinandoti al soggetto e senza modificare il diaframma, avrai tutto il fiore a fuoco, anche se a scapito di uno sfondo ancora più presente.
L’uso di un obiettivo specifico o di tubi di prolunga associati a un obiettivo normale, ti permette di scattare foto macro ai fiori, concentrando l’attenzione su una parte di essi, come i pistilli, gli stami o di mettere in evidenza un ospite.
Per iniziare a esplorare il campo della macrofotografia, conviene optare per l’uso dei tubi di prolunga, che hanno un costo decisamente più basso rispetto a un’ottica macro. La spesa si riduce ulteriormente se ti orienti su una versione di tubi senza contatti elettronici.
Essendo accessori privi di lenti non c’è il rischio che la qualità immagine venga deteriorata e il fatto che non sia possibile utilizzare la messa a fuoco automatica, a causa della mancanza di contatti, non è un problema perché nella fotografia macro è sempre consigliabile usare quella manuale.
Se la tua reflex ha il monitor orientabile e la funzione Live View, la messa a fuoco manuale per le foto macro ai fiori è decisamente più comoda e accurata rispetto a quella che puoi ottenere attraverso il mirino ottico. A parte il fatto che non diventa necessario sdraiarsi per terra anche quando devi mettere a fuoco un fiore che si stacca dal terreno di pochi centimetri, la possibilità di ingrandire fino a 10 volte l’immagine sul monitor ti consente di valutare con la massima precisione la messa a fuoco.
Riprendendo un fiore alle dimensioni reali (macro 1:1), sarai in grado di fotografare particolari che difficilmente possono essere notati a occhio nudo. Potrai così documentare un mondo per lo più sconosciuto, fatto di insoliti particolari oppure svelare inaspettate convivenze tra il fiore e gli insetti che lo utilizzano come territorio di caccia oppure come alcova,
Una caratteristica delle foto macro è la ridotta profondità di campo. Con un obiettivo macro, anche usando il diaframma a valori molto elevati come f/29, i risultati non sono sempre quelli desiderati. Infatti, anche se foto macro ai fiori di ridotte dimensioni possono dare un soggetto completamente nitido, la qualità immagine può risultare scarsa a causa del fenomeno della diffrazione, presente quando si usano aperture di diaframma superiori a f/16- f/22 .
Per avere foto macro di qualità più elevata dovresti usare la tecnica del focus stacking, cioè impostare un diaframma ottimale per la qualità immagine, tipo f/11 e scattare più foto variando millimetricamente la messa a fuoco. Per questa tecnica è indispensabile un buon treppiede, una slitta micrometrica e uno scatto a distanza. Ricordati che le varie foto di partenza devono essere tante e tali che ogni parte del fiore sia ripresa ben nitida, facendo attenzione a non variare l’inquadratura tra uno scatto e quello successivo. Memorizza le foto in JPEG, così da non avere dei file troppo pesanti da unire durante la creazione dell’immagine finale.
In seguito dovrai unire i vari scatti ottenuti, con il comando Fusione automatica livelli, di Photoshop, in modo da ottenere un’immagine con tutto il fiore a fuoco, ma di migliore qualità rispetto a quella singola scattata con un diaframma molto chiuso
Foto Macro agli Insetti
Per riuscire a scattare belle foto macro agli insetti non basta uscire di casa quando è ancora buio, camminare nei prati con l’erba alta bagnata, sdraiarti a terra senza preoccuparti di infangarti. Questi sono solo alcuni dei presupposti per riuscire a realizzare delle belle foto macro agli insetti ma servono anche dei trucchi usati da alcuni fotografi esperti di macrofotografia…
Per ottenere delle valide foto macro agli insetti, rispetto ad altre tecniche fotografiche, è necessario avere un’attrezzatura adeguata. Ecco un esempio di quello che in teoria dovresti portarti dietro per un’uscita. Naturalmente sono ammessi compromessi a scalare ;-).
Fotocamera: l’ottimo sarebbe una reflex digitale con sensore a pieno formato o una buona APS-C, schermo LCD orientabile, connessione WiFi.
Obiettivo: macro 1:1, oppure uno a focale fissa, 50-100mm, accoppiato a dei tubi di prolunga. Non è necessario lo stabilizzatore d’immagine
Treppiedi: robusto, con colonna centrale orientabile e gambe apribili indipendentemente con diverse angolazioni
Flash: l’ottimo sarebbe il flash ad anello da montare sull’ottica, valido anche un flash esterno da usare separato dalla fotocamera, meglio ancora se due.
Stativi: almeno uno per posizionare il flash esterno dove serve (lateralmente al soggetto di solito), uno per le pinze porta posatoio, uno per pinzare il pannello riflettente, uno per posizionare un pannello traslucido onde attenuare la luce diretta del sole o del flash
Bastoncini: di diversa misura, appuntiti a un’estremità da piantare nel terreno per tenere eventuale vegetazione fuori dall’inquadratura
Pinze: abbondanti
Un paio di forbici per erba
Teli plastificati: uno da mettere per terra per non bagnarsi e uno da usare come paravento
Pannelli riflettenti: bianchi, argento o dorati, uno traslucido
Erogatore a spruzzo per polverizzare dell’acqua sugli insetti
Notebook per analizzare accuratamente il livello di nitidezza delle foto.
La maggioranza delle foto macro agli insetti si scattano di prima mattina, quando questi sono sui loro posatoi, ancora inebetiti dal freddo della notte e ricoperti da un velo di rugiada che ne rende difficile, se non impossibile, il volo. Purtroppo questa situazione non dura a lungo e quando i raggi di sole hanno scaldato gli insetti e fatta evaporare la rugiada sulle loro ali, la sessione fotografica è praticamente terminata.
Per questo motivo è importante arrivare sul posto presto e non doversi mettere a cercare gli insetti da fotografare. Prima di tutto è necessario che ti faccia un’idea di dove potrai trovare i tuoi soggetti, sia esplorando la zona qualche mattina prima, sia facendolo la sera precedente all’uscita.
Le immagini controluce permettono di mettere in evidenza le gocce di rugiada sul corpo dell’insetto, ma dovrai posizionare un pannello riflettente per schiarire la parte dell’insetto in ombra oppure ricorrere all’uso del flash.
I flash anulari danno di per sé un’illuminazione diffusa, mentre se usi un solo flash esterno dovrai attenuarne il lampo mediante un diffusore. Se hai un assistente puoi fargli tenere un pannello traslucido tra il flash e il soggetto, altrimenti dovrai usare uno stativo su cui fissarlo.
Difficilmente gli insetti dormiranno in posizioni poco protette, quindi al momento di comporre la foto avrai un insieme di erbe, rametti e foglie che ti ostruiranno la vista. Usa i bastoncini e le pinze per spostare gli elementi di disturbo, oppure taglia quelli più vicini al soggetto onde non farlo scappare spostandoli.
Tieni presente che per via della scarsa profondità di campo, anche a diaframmi chiusi, la lente dell’obiettivo dovrà essere parallela all’asse longitudinale dell’insetto, ovvero che tutto l’insetto dovrà essere possibilmente sullo stesso piano di messa a fuoco, quindi prepara la scena in modo che ciò sia possibile senza che elementi estranei vadano a rovinare lo scatto. Come ogni buona regola, anche quella del parallelismo soggetto /lente può essere infranta, dando libero sfogo alla creatività che ti permetterà di ottenre scatti al di fuori dagli schemi, ma piacevoli.
La mattina è quasi sempre presente un po’ di vento, magari una semplice brezza, sufficiente però a far ondeggiare il posatoio su cui si trova l’insetto che vuoi riprendere. Se poi consideri che le condizioni di luminosità non saranno tali da permetterti di compensare il diaframma chiuso con tempi di scatto velocissimi e che alzare gli ISO può rovinare la qualità dello scatto a causa del rumore digitale, dovrai fare in modo di avere un soggetto il più fermo possibile. Puoi limitare gli effetti di una leggera brezza posizionando un telo attorno alla zona di scatto (fissalo con i bastoncini piantati nel terreno e con le pinze).
Se il vento è più intenso di una leggera brezza, puoi usare le forbici per tagliare delicatamente il posatoio, quindi fissarlo con le pinze in un punto riparato usando uno stativo. In questo modo potrai creare la composizione sfruttando al meglio la luce ambiente, cercando di avere uno sfondo perfetto ed evitando che il vento faccia ondeggiare il posatoio e l’insetto.
Per prendere un insetto dal posatoio naturale e spostarlo su quello che hai preparato puoi usare con delicatezza un filo d’erba o un sottile bastoncino. Non prendere mai le farfalle per le ali: potresti causarle dei danni e sicuramente elimineresti da esse la rugiada della notte.
Mentre il sole si alza sull’orizzonte, la rugiada sulle ali degli insetti tende ad asciugarsi. Per ottenere foto dove si vedano le bollicine d’acqua sugli insetti prova a vaporizzare dell’acqua su di essi, facendo attenzione a non farli volare via. Non usare acqua mischiata con la glicerina o altre sostanze onde non danneggiare gli insetti che fotografi (alcuni fotografi usano irrorarli con della lacca per capelli, ma è un accorgimento crudele che deve essere evitato).
Per una più accurata messa a fuoco utilizza la modalità Live View, esaminando sul monitor LCD (meglio se orientabile) l’immagine ingrandita a 10x e ruotando delicatamente la ghiera dell’obiettivo fino a quando i dettagli sono ben nitidi. Per evitare di mandare fuori fuoco il soggetto non premere fisicamente il pulsante di scatto, ma usa un telecomando o il tuo smartphone, se la reflex ha la connessione Wi-Fi.
Nel menu della fotocamera abilita il blocco dello specchio, onde annullare le vibrazioni dovute al suo sollevamento (se scatti in live view non serve perché è già alzato).
Se non riesci a trovare uno sfondo adeguato puoi usare un pannello del colore più adatto al soggetto che stai fotografando. Abbi però l’accortezza di tenerlo abbastanza lontano dall’insetto, in modo che risulti opportunamente sfocato e non appaia innaturale.
Usa lo scatto a raffica e scatta almeno tre foto di seguito: ci sarà la concreta possibilità che quella centrale o l’ultima siano più nitide della prima.